Non può esserci ricetta più variegata fra le regioni del Sud-Italia e addirittura delle varie province e comuni siciliani, se non quella dei mastazzola! Parliamo di biscotti, generalmente di forma romboidale preparati con del miele e del pepe nero; tuttavia spostandoci anche di pochi km, ne troviamo di forme e sapori diversi fra loro: con la carrubba, la scorza d’arancia, le mandorle, il fico d’India, ecc. Anche il nome subisce modifiche seppur minime: mustaccioli, mastazzoli, ecc. I mastazzola venivano anticamente preparati soltanto a inizio autunno, quando si prelevava il miele. Dopo avere estratto il miele dalle arnie ed averlo invasettato, si sciacquavano i recipienti e gli strumenti utilizzati con dell’acqua, che fondendosi con il miele, dava dell’“acqua di miele” da poter utilizzare appunto per fare dei dolci… Non si buttava via nulla! Oggi ovviamente non si usa più l’acqua di miele, bensì del miele in purezza e ugualmente locale.

Dato il periodo in cui venivano fatti, i mastazzola rientravano nella preparazione dei “piatti dei morti”, poi pian piano trasformatisi nelle odierne “ceste dei morticini”, composizioni di dolciumi e strenne che i morti portano ai bambini la notte fra il 31 ottobre ed il 1° novembre. Le ceste di oggi sono certo più golose e variopinte, con tanto di giocattoli, ma tempo fa non essendoci lo stesso benessere, i “piatti” venivano preparati con frutta di stagione, come mele cotogne, melagrana e noci, i biscotti dei morti cioè i taralli, i mastazzola, una frutta martorana, e per i bambini più fortunati un intero pupo di zucchero! Una dama per le bambine, o un cavaliere a cavallo per i maschietti. I pupi di zucchero erano e sono tutt’ora delle piccole e dolci opere d’arte da ammirare. Anche la frutta martorana con i suoi colori e i suoi dettagli è un piacere per gli occhi; ricordo che da piccola lasciavo da parte la frutta martorana nel suo cestino con la paglia perché troppo bella per rovinarla e mangiarla!

I mastazzola possono anche ricordare i biscotti allo zenzero e spezie, tipici dei mercatini natalizi del Nord-Italia e dei paesi germanici; o il pain d’épices d’Alsazia, un pane alle spezie che si consuma in Francia soprattutto per le feste natalizie con il foie gras; si possono apprezzare quindi i mastazzola non solo durante il periodo dei morti, ma fino a Natale! E come i biscotti speziati si mangiano per strada nei mercatini di Natale con del vin brulé o del punch all’arancia, la presenza del pepe nero nei mastazzoli ne fa un inconsueto ed ottimo prodotto dolce da abbinare al vino nuovo, o semplicemente da gustare nei pomeriggi davanti una buona tazza di tè nero fumante☕

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I mastazzola della “Spiga d’oro”

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