Simbolo della Sicilia e del sud in generale, in realtà il fico d’India è una pianta originaria del Messico, che in Sicilia ha trovato un habitat talmente ideale da diventare a tutti gli effetti una pianta autoctona, oltre che ad essere coltivata, come accade da qualche anno nell’entroterra siciliano. Il fico d’India appartiene alla famiglia delle cactacee, la stessa del famoso “dragon fruit” o pitaya, a cui tra l’altro somiglia:

E come ogni cactus ornamentale che teniamo nei nostri balconi o giardini, la pianta del fico d’India ci delizia con meravigliosi fiori colorati

Il fico d’India è un frutto molto saporito, contiene tante fibre e per questo ha un effetto molto saziante che associato ad una modesta quantità di fruttosio, ne fa un frutto indicato per quando vogliamo tenere d’occhio la linea. Contiene inoltre vitamina C e B3, potassio, calcio e fosforo. Non dimentichiamo anche il recente uso in cosmetica che si fa con il gel ottenuto dalle pale, cioè le foglie modificate del cactus, ricche di acqua e sostanze emollienti.

Ma veniamo alla questione “spinosa”: come si mangiano? Già dalla raccolta si prendono le dovute precauzioni, utilizzando uno strumento di ferro a forma di tazza montato su un bastone, per raccogliere in tutta sicurezza i frutti. Una volta raccolti, questi vengono spazzolati per togliere le spine in eccesso; dopo averli comprati vanno però aperti, è molto più semplice di quanto sembri, vediamo come:

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Tagliate entrambe le estremità del frutto

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Incidete la buccia trasversalmente

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Pelate il frutto

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Ed ecco fatto! Il nostro fico d’India è pronto per essere mangiato! E voi quale preferite: il bianco, il giallo o il rosso?🌵

 

 

 

 

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