Miele: 10 curiosità che forse non sai…

Miele… nettare dei nostri prati e dei boschi! Tutti conosciamo le sue proprietà benefiche, e le ricerchiamo dentro una buona tazza di tisana al miele durante i primi raffreddori, o per gli irriducibili ogni giorno, nella sostituzione dello zucchero raffinato.

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Sappiamo che il miele è un concentrato di sostanze antibatteriche, che aiutano e proteggono l’organismo dagli agenti patogeni esterni, nonchè fonte di vitamine (A-C-E-K e alcune del gruppo B) ed altri oligoelementi. Dei ricercatori olandesi, pare abbiano scoperto una proteina che fa parte del corredo immunitario delle api, la defensina-1, che insieme all’elevato contenuto zuccherino del miele, il suo pH acido ed altri enzimi, creerebbe una sinergia unica con potere antibatterico.

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Aspettiamo la creazione di un antibiotico naturale quindi! Inoltre il miele contiene acido formico e germicidina come altri antibatterici. Ciò spiega anche la sua lunga e naturale conservazione. Ma oltre le proprietà benefiche, quanto ne sappiamo sul miele e sulle api?

  1.  Il miele non viene prodotto soltanto dalle api, ma anche da altri insetti imenotteri, come le vespe, seppur in minori quantità rispetto ad esse e per soddisfare i bisogni della prole.icons8-bruco-16
  2. Le api non utilizzano soltanto il nettare dei pollini dei fiori per secernere il miele, ma anche la melata, una sostanza prodotta da altri insetti a partire dalla linfa vegetale che poi le api prelevano su cortecce e rami.🌲
  3. Anche le api dormono! Eh si, le api sono grandi ed instancabili lavoratrici, ma è stato riscontrato che riescono a fermarsi per brevi momenti, ricaricando le energie ed ignorando quello che succede loro intorno… una bella pennichella insomma!😪
  4. Ogni colonia di api ha il suo odore, che permette loro di riconoscersi, e dunque di proteggersi dalle api estranee.🐝
  5. Si pensa che il miele sia utilizzato dall’uomo sin dai tempi degli egizi, in realtà sono state trovate tracce del suo utilizzo già nel VI secolo a.C. dal popolo degli Ittiti.👳
  6. Il nome dell’isola di Malta, potrebbe provenire da “Meilat” ovvero terra del miele, visto che Malta ne era grande esportatrice.🇲🇹
  7. Nel Medioevo il miele veniva usato come conservante, come il grasso animale per i cibi salati.🐷
  8. Il miele non contiene solo glucosio e fruttosio, come lo zucchero raffinato di barbabietola, bensì 24 tipi di zuccheri diversi!🍭icons8-zolletta-di-zucchero-48.png_16x16
  9. Il miele ha circa 90 kcal meno dello zucchero di barbabietola raffinato (304 kcal per 100g contro 392), ed inoltre ha un potere dolcificante maggiore, quindi ne useremo meno in peso a parità di dolcezza, con un maggior risparmio calorico, un vantaggio per la nostra linea no?😉
  10. Fra i prodotti trazionali agroalimentari italiani, sono stati riconosciuti 36 tipi di miele, fra cui ben 4 siciliani: il miele di cardo, di sulla, di rosmarino, e quello di timo, zagara ed eucalipto dei Monti Iblei: un altopiano roccioso nella Sicilia sud-orientale fra Ragusa e Siracusa. Dalla riserva naturale di Cavagrande alla necropoli di Pantalica, è un luogo incantevole da scoprire, per poi spingersi nel ragusano ed il suo incentevole barocco!italy-1148162_960_720.png_16x16

Ed ecco per terminare una carrellata dei nostri mieli:

E voi quale preferite? Scrivetecelo nei commenti!🍯

 

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Ricetta: Cotogna “asprodolce” al miele e salsa di soia

Fra i frutti autunnali più sottovalutati c’è lei: la mela cotogna! Se ne avessi un bel cesto direi: “Bene! Faccio la cotognata!” Ma se ne avessi soltanto una?🤔 È quello che mi è successo… Allora ho pensato in 2 minuti ad un modo alternativo di utilizzare questa solitaria cotogna, cioè salata!icons8-mela-64.png_16x16

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La ricetta è veramente semplice e veloce, ci vogliono solo pochi minuti per un contorno sfizioso. Vista la consistenza particolare della mela cotogna, a metà fra mela e pera, questo contorno può essere utilizzato insieme a delle patate per accompagnare le carni.

Ingredienti:

  • 1 Mela cotogna
  • 1 cucchiaio di miele
  • 1 cucchiaio di salsa di soia
  • Pepe nero
  • Acqua q.b.

La lista degli ingredienti è cortissima, e come potete leggere non sono presenti grassi; quando uso salse e spezie già gustosi di proprio, ne approfitto per non aggiungere olio. Cominciamo da una bella mela cotogna e tagliamola a cubetti.

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Facciamola cuocere in una padella ben calda, coprendole con un dito d’acqua per farle ammorbidire; dopo pochi minuti sarà già cotta. A questo punto possiamo aggiungere il miele, io ho scelto il nostro miele di sulla, dal gusto più delicato.

Poco dopo, una volta sciolto il miele, possiamo aggiungere la salsa di soia.

Con la salsa di soia io abbondo e ne metto un bel cucchiaio, perché mi piace il suo sapore deciso e la uso come sostituto del sale, ma voi potete metterne un cucchiaino e poi decidere se aggiustare di sale. Insieme alla salsa di soia se volete potete anche aggiungere un po’ d’olio EVO per dare più corpo. Una volta ridotta la salsa spegniamo il fuoco, una spolverata di pepe nero macinato fresco e la nostra mela cotogna salata è pronta, i tocchetti non sembrano delle patate?

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È un condimento per palati decisi, da usare in piccole dosi come una mostarda di frutta, ma è un gusto da provare! Io l’ho accompagnata a del tacchino arrosto con patate, la nota “asprodolce” della cotogna caramellata si sposerà benissimo con una carne dal sapore intenso come questa. Buona cena!🤗

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Mastazzola

Non può esserci ricetta più variegata fra le regioni del Sud-Italia e addirittura delle varie province e comuni siciliani, se non quella dei mastazzola! Parliamo di biscotti, generalmente di forma romboidale preparati con del miele e del pepe nero; tuttavia spostandoci anche di pochi km, ne troviamo di forme e sapori diversi fra loro: con la carrubba, la scorza d’arancia, le mandorle, il fico d’India, ecc. Anche il nome subisce modifiche seppur minime: mustaccioli, mastazzoli, ecc. I mastazzola venivano anticamente preparati soltanto a inizio autunno, quando si prelevava il miele. Dopo avere estratto il miele dalle arnie ed averlo invasettato, si sciacquavano i recipienti e gli strumenti utilizzati con dell’acqua, che fondendosi con il miele, dava dell’“acqua di miele” da poter utilizzare appunto per fare dei dolci… Non si buttava via nulla! Oggi ovviamente non si usa più l’acqua di miele, bensì del miele in purezza e ugualmente locale.

Dato il periodo in cui venivano fatti, i mastazzola rientravano nella preparazione dei “piatti dei morti”, poi pian piano trasformatisi nelle odierne “ceste dei morticini”, composizioni di dolciumi e strenne che i morti portano ai bambini la notte fra il 31 ottobre ed il 1° novembre. Le ceste di oggi sono certo più golose e variopinte, con tanto di giocattoli, ma tempo fa non essendoci lo stesso benessere, i “piatti” venivano preparati con frutta di stagione, come mele cotogne, melagrana e noci, i biscotti dei morti cioè i taralli, i mastazzola, una frutta martorana, e per i bambini più fortunati un intero pupo di zucchero! Una dama per le bambine, o un cavaliere a cavallo per i maschietti. I pupi di zucchero erano e sono tutt’ora delle piccole e dolci opere d’arte da ammirare. Anche la frutta martorana con i suoi colori e i suoi dettagli è un piacere per gli occhi; ricordo che da piccola lasciavo da parte la frutta martorana nel suo cestino con la paglia perché troppo bella per rovinarla e mangiarla!

I mastazzola possono anche ricordare i biscotti allo zenzero e spezie, tipici dei mercatini natalizi del Nord-Italia e dei paesi germanici; o il pain d’épices d’Alsazia, un pane alle spezie che si consuma in Francia soprattutto per le feste natalizie con il foie gras; si possono apprezzare quindi i mastazzola non solo durante il periodo dei morti, ma fino a Natale! E come i biscotti speziati si mangiano per strada nei mercatini di Natale con del vin brulé o del punch all’arancia, la presenza del pepe nero nei mastazzoli ne fa un inconsueto ed ottimo prodotto dolce da abbinare al vino nuovo, o semplicemente da gustare nei pomeriggi davanti una buona tazza di tè nero fumante☕

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I mastazzola della “Spiga d’oro”